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5 giugno 2011 Il Laboratorio “Le Nozze” di Mediterranea Teatro debutta al XII Festival “Primavera dei Teatri” 2011

Nell’ambito dello storico festival “Primavera dei Teatri” di Castrovillari, giunto alla sua dodicesima edizione, la compagnia “Mediterranea Teatro Le Nozze”, diretta dal prof. Renato Nicolini e dall’attrice Marilù Prati e nota al pubblico per il suo laboratorio teatrale universitario, metterà in scena, in anteprima assoluta, un nuovo testo del regista e drammaturgo Francesco Suriano. La brocca rotta a Ferramonti - questo il titolo dello spettacolo che debutterà il 5 giugno al Teatro “Sybaris”, - è un progetto nato da una ricerca storica sul campo d’internamento di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza (1940-1945), e più precisamente da una fotografia contenuta in uno dei testi consultati, raffigurante un gruppo di prigionieri che recita in costume la commedia di Heinrich Von Kleist La brocca rotta. Il campo d’internamento inizialmente, riservato solo agli ebrei stranieri residenti in Italia, fu poi stipato di deportati greci e jugoslavi, venditori ambulanti cinesi, e ancora di persone di molte altre nazionalità: tra di loro anche professionisti, uomini di cultura, artisti e medici. Nonostante le condizioni disumane e umilianti si era venuta a creare una comunità ebraica per certi versi “autogestita”, capace persino di produrre una piccola attività culturale con la rappresentazione di concerti e spettacoli teatrali per le autorità e la popolazione calabrese. Nel testo di Suriano, diviso in sette quadri, i personaggi, internati del campo di concentramento, decidono di mettere in scena La brocca rotta. Marta, (interpretata da Marilù Prati), personaggio chiave della commedia di Von Kleist è anche la regista della compagnia essendo stata un’attrice ebrea a Vienna prima dell’internamento nel campo; allo stesso modo anche Adamo, il giudice, (Giuseppe Murdaca) è stato un attore a Vienna, mentre tutti gli altri personaggi - che provengono dalla Polonia, dalla Germania, dalla Jugoslavia - non hanno quasi avuto esperienze teatrali. Le prove dello spettacolo innescano i meccanismi e i contrasti tipici delle vere compagnie teatrali, passando dai momenti umoristici della commedia di Von Kleist e l’ironia, che spesso campeggia durante le prove teatrali, alla vita reale e dura dei prigionieri del campo. I personaggi diventano così testimonianza e memoria dei drammi umani, dei viaggi, della fuga dalla persecuzione: la storia de La brocca rotta si intreccia con le vicende dei suoi attori, uniti dalla stessa lotta tra la verità e la sopraffazione del potere. L’orizzonte si allarga da Ferramonti alla tragedia dell’intera Europa e le stesse prove diventano estensione delle atrocità della persecuzione razziale. Il mondo di menzogna e sopraffazione rappresentato da Von Kleist coincide per Suriano col mondo reale, ma senza catarsi. Il teatro diventa in questo contesto metafora della disperata vitalità con cui si reagisce alla violenza e l’azione si svolge su più piani che s’intrecciano: il teatro nel teatro, i suoi riti e le sue tradizioni, il pianto e il riso, la tradizione religiosa, la necessità della memoria per dare senso al presente, l’inconsapevolezza del pericolo e del destino come condizione dell’umanità e dei suoi progetti. Il lavoro vuole essere dunque un omaggio a quanti hanno vissuto questa pagina nera del nostro paese e essere memoria per tutti. Memoria di come la popolazione calabrese ha vissuto, per alcuni aspetti, in modo solidale con gli internati, ma anche Memoria di come la cultura vissuta all’interno del campo è riuscita ad alleviare e a sconfiggere la persecuzione fascista. Lo spettacolo, con la regia di Renato Nicolini e dello stesso Francesco Suriano, è una produzione Mediterranea Teatro Le Nozze e realizzato in collaborazione con il Centro Arti Musica e Spettacolo (CAMS) dell’Università della Calabria, con il patrocinio della Fondazione “Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia” ed il sostegno dell’ANPI di Reggio Calabria. In allegato la locandina, il comunicato stampa e la scheda sull'opera, gli attori e il Laboratorio

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