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31 maggio Comunicato stampa Collettivo UniRc - Ateneinrivolta "Per un pugno di cfu..."

È notizia di questi giorni che l’ateneo Reggino ha approvato un consuntivo di bilancio in attivo, nonostante le aspettative pessime di questo inverno sfociate in un enorme aumento della tassazione tale da porci ai primi posti tra gli atenei più costosi d’Italia, costringendo al dimezzamento e alla ristrutturazione dei corsi di laurea, facendo temere un commissariamento, corsi “scoperti” che minacciavano di non partire per la mancanza di docenti disponibili, il taglio di biblioteche, segreterie e altri servizi e infine le borse di studio in ritardo di quasi un anno. Nonostante tutto ciò un bilancio in attivo grazie a ulteriori fondi ministeriali legati ad una premialità per la qualità della ricerca. Eppure in questi giorni assistiamo ad un’iniziativa che lascia perplessi per non dire che lascia proprio “di stucco”: ”Lavoriamo per noi “, un workshop che dovrebbe ridare decoro agli spazi della Facoltà di Architettura e approfondire la formazione degli studenti. Tanto da valere 2 CFU crediti formativi) o almeno così dovrebbe essere, dato che la cosa non sembra troppo certa. Il programma si dovrebbe articolare in una progettazione ed esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria relativa agli spazi comuni, come la tinteggiatura delle pareti, il rifacimento delle indicazioni di orientamento ai vari locali e la riparazione dei controsoffitti. In cantiere, se si riuscisse ad avviare una sinergia con l’Accademia delle Belle Arti, si ipotizzano dei murales attraverso un concorso di idee su cui deciderà una commissione interna alla facoltà. Un‘iniziativa che per come viene descritta potrebbe significare tanto o niente. Magari un applicazione pratica, immediata , fortemente coinvolgente e motivante della teoria che a volte sembra troppo astratta e fantasiosa. Invece fin’ora sembra che il tutto si sia ridotto ad un imbiancare pareti, rifare scritte e sostituire qualche pannello, rovinato magari appendendo un’istallazione durante l‘iniziativa “Porte aperte” di qualche anno prima. Cose per cui comunque tutti noi dobbiamo ringraziare gli studenti (ma solo loro) che per questo si stanno spendendo con dedizione a prescindere dai crediti formativi, dimostrando maturità e senso pubblico fuori dal comune. Ma dov’è il contenuto formativo e didattico che dovrebbe garantire la Facoltà? Sembra qualcosa che serve più ad imparare ad obbedire ed eseguire. Forse sarebbe maggiormente apprezzabile un’umile ammissione della disastrosa situazione economica in cui versiamo e un appello alla coscienza di chi ha scelto di “Studiare a Reggio”, come recita il famoso slogan. Questo forse perché sotto il nome di CFU e di workshop si possono celare le cose più assurde, mentre invece questa era l’occasione per fare della formazione un momento in cui saldare il rapporto degli studenti con il territorio e con la coscienza civica, primo presupposto per stimolare di nuovo l’interesse per la cosa comune. Anche perché i temi non mancano: la creazione di un sistema di accessi alla cittadella universitaria, la sua sicurezza, stabilita, e fruibilità, la casa dello studente, una carcassa dall’ignoto destino e poi le tante case, emergenze edilizie, nel senso peggiore del termine, che costellano la zona circostante l’università che potrebbero divenire temi d’esame e quindi inizio di un circolo virtuoso di interventi di risanamento a basso costo per una residenzialità sociale per gli studenti. Forse più che di crediti avremmo bisogno di maggiore credito alle nostre proposte, di maggiore partecipazione alle scelte dell’ateneo per il quale, però, è imprescindibile una maggiore trasparenza riguardo la sua situazione, i suoi progetti e magari un rilancio dello stesso attraverso un ottimizzazione della didattica e della ricerca tale da renderlo concorrenziale e da farne una fabbrica di talenti che possano lasciare una Calabria migliore di quella che hanno trovato. Ciò che caratterizza l’università è la continua ricerca, il rifiuto del dogma in favore della vera conoscenza l’unica che rende liberi E come diceva Giorgio Gaber: libertà è partecipazione. Luca Lombardi - Collettivo UniRc

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