Solo chi paga (tutte) le borse di studio è dalla parte degli studenti Alla Mediterranea l’aria è cambiata, l’abbiamo detto e scritto negli scorsi mesi e la giornata di ieri conferma questa tesi. L’assemblea studentesca autoconvocata interfacoltà svoltasi nei giorni scorsi ha evidenziato oltre che numerosi punti di criticità nella gestione dell’Ateneo, anche una rinnovata voglia di trasparenza, partecipazione ed una maggiore e migliore comunicazione. In questo senso apprezziamo molto la disponibilità del Direttore amministrativo Antonio Romeo che non si è sottratto alle domande degli studenti ricevuti, come è noto, senza alcun preavviso. Chiarita una volta per tutte la responsabilità, in capo alla Regione Calabria, per il conguaglio dello scorso anno, resta aperta la vertenza su quelle per l’anno accademico in corso. Della proficua discussione non ci convince però la decisione a priori dell’Ateneo di saldare solo il 20% dei borsisti del primo anno (2010-2011), come lo stesso Romeo ha confermato, precisando che si tratta di una esigua minoranza rispetto al totale. Proprio per questo non riusciamo a comprendere il perché di tale scelta, a fronte di entrate dalla sola Regione Calabria di quasi 7 milioni e mezzo di euro, da destinarsi ad interventi inerenti al diritto allo studio e servizi agli studenti, tra cui ovviamente rientrano le borse di studio. Ai quali va aggiunto un ulteriore milione derivante dall’ex tassa regionale oggi percepita interamente dall’Ateneo reggino, che sempre il Dott. Romeo conferma essere stato anch’esso utilizzato per il pagamento dei borsisti 2010-2011. Nonostante quindi quasi nove milioni di entrate utilizzabili sembra non ci sia la disponibilità per il pagamento, ripetiamo, di un esiguo numero di borse rimanenti per l’anno in corso a quanto pare. Più che una condizione resa necessaria dall’attuale condizione economica, noi riteniamo che si tratti piuttosto di una scelta precisa e scellerata. Se inoltre rileviamo il fatto che i borsisti di quest’anno sono sensibilmente diminuiti, grazie ad un inasprimento dei requisiti sia di reddito che di risultati didattici e che i fondi per il diritto allo studio non hanno subito una altrettanto sensibile riduzione, non riusciamo a capire il perché di questa posizione dell’Ateneo. Speriamo di sbagliarci e anzi siamo sicuri che alla fine con un atto di responsabilità e giustizia la Mediterranea salderà il dovuto a tutti, ma nel frattempo il dubbio che ci possa essere la volontà di dirottare questi fondi altrove permane. La posizione del “meno peggio tanto meglio” evocata in questi giorni, rispetto alle situazioni di altre università, non tiene nel nostro ateneo che di differente ha solo la tassazione (in peggio) ottenuta con gli ultimi fortissimi aumenti di questo anno accademico. Gli studenti hanno già pagato tanto ed avuto in cambio poco e quello che adesso ci aspettiamo è che si dia seguito veramente ai buoni propositi (a parole) di cui ci hanno riempiti in questi ultimi mesi. Chi sta dalla parte degli studenti, o dice di farlo, non può decidere di NON pagare le borse di studio in via preventiva. Collettivo UniRc – AteneiNrivolta