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18 maggio Adesione dei ricercatori di Ingegneria allo stato di agitazione, comunicato

I ricercatori della Facoltà di Ingegneria annunciano la loro adesione all’agitazione indetta dal Comitato Nazionale dei Ricercatori Universitari (CNRU) per il periodo che va dal 17 al 22 Maggio. In tale periodo i ricercatori si asterranno dal partecipare a tutte le attività didattiche, ivi comprese le sedute di esame e di laurea. L’azione promossa dai ricercatori nasce da un dissenso nei confronti del Disegno di Legge numero 1905 relativo alle “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento”, attualmente in esame presso la settima commissione permanente. I ricercatori di Ingegneria si sono più volte riuniti in Assemblea nei mesi scorsi, e il 7 aprile hanno emesso un comunicato destinato ai principali organi della Facoltà, in cui si riconoscono le seguenti problematiche alla luce dell’analisi del Disegno di Legge: • Il DDL non risolve il problema dello stato giuridico dei ricercatori universitari, ratificando invece la messa ad esaurimento del ruolo, sostituendolo con la figura, di fatto precaria, del ricercatore a tempo determinato, senza prevedere alcun riconoscimento né giuridico né economico dell’attività didattica frontale svolta. • Il ruolo del ricercatore viene ulteriormente ridimensionato rispetto allo stato attuale, privato di ogni diritto partecipativo agli organi gestionali d’Ateneo. • Il DDL introduce meccanismi tali che, alla luce dei drastici tagli ai finanziamenti, rendono di fatto nulle le prospettive di carriera dei ricercatori attuali I ricercatori ritengono di estrema importanza sottolineare che le ragioni della loro protesta non sono soltanto espressione di un particolare interesse di categoria, ma sono invece legate ad una grande preoccupazione per il futuro dell’offerta formativa degli atenei italiani. Nelle Università italiane una quota consistente della didattica è coperta dai ricercatori, che investono considerevoli risorse di tempo nella tenuta dei corsi. Questo contributo è stato da sempre offerto in maniera volontaria e non retribuita, sotto forma di “carico didattico”, ed a spese della loro personale attività di ricerca. Inoltre i ricercatori si sono sempre resi disponibili ad assumere la supplenza di numerosi corsi, scarsamente retribuiti, sempre col preciso intento di contribuire all’ offerta formativa degli atenei. Questo è avvenuto anche nell’Ateneo di Reggio Calabria, e in particolare nella Facoltà di Ingegneria, dove i ricercatori partecipano all’erogazione dell’offerta formativa in maniera decisiva. Nel complesso, l’impegno didattico dei ricercatori nel tenere corsi, assistere gli studenti, partecipare alle sedute di esame e di laurea risulta assolutamente paragonabile a quello dei professori associati ed ordinari. Il DDL Gelmini, riducendo o annullando addirittura le prospettive dei ricercatori, definiti “ruolo ad esaurimento”, demotiva fortemente i componenti della categoria, rendendo vani gli sforzi da essi compiuti nel perseguire risultati nell’ambito della ricerca e mantenendo nel contempo un’elevata qualità nella didattica erogata. In tutta Italia, nell’ambito di un’agitazione nazionale promossa dal CNRU, questa situazione ha già portato alla decisione, da parte di moltissimi ricercatori, di ritirare la propria disponibilità a ricoprire carichi didattici, e si paventa il rischio concreto che la stessa cosa accada nella Facoltà di Ingegneria e in tutto l’Ateneo reggino. Conseguenza inevitabile di tale decisione sarebbe una riduzione consistente dell’offerta formativa della nostra Facoltà e del nostro Ateneo. I ricercatori della Facoltà di Ingegneria si sono finora impegnati ad evitare che questo accadesse cercando, con senso di responsabilità, di privilegiare gli interessi della Facoltà e dell’Ateneo, per difendere un bene prezioso per la città e per il suo territorio. Tuttavia i riassetti previsti dal DDL Gelmini sviliscono ulteriormente tutti gli sforzi fatti dai ricercatori, e stanno portando un certo numero di colleghi a maturare la decisione di dedicarsi prevalentemente all’attività di ricerca e di ridurre sempre più l’impegno in ambito didattico. Al fine di scongiurare queste prospettive, che si risolverebbero in gravi svantaggi per i nostri studenti e per le loro famiglie, con notevole impatto negativo sul nostro territorio, i ricercatori invitano tutte le componenti del mondo accademico, le istituzioni locali ad ogni livello, con particolare riferimento al Comune e alla Provincia di Reggio Calabria e alla Regione Calabria, e l’intera cittadinanza di Reggio Calabria a partecipare alla loro protesta, con iniziative concrete di critica nei confronti dell’attuale testo del DDL Gelmini. L’obiettivo è quello di convincere chi sta disegnando gli assetti della futura università a tenere in conto le importanti questioni sopra accennate, includendo nel DDL dei meccanismi che consentano il riconoscimento della didattica prestata dai ricercatori ai fini di un loro inquadramento definitivo nella classe docente a cui hanno già “de facto” contribuito notevolmente da tanti anni.

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