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6/21 settembre Santo Spanti: mostra di pittura al Castello di Scilla

Dopo il successo della mostra personale di Kiki Fleming e Angela Pellicanò, tenuta nell’ambito della manifestazione artistica itinerante tutta al femminile, ”L’altro senso”, proposta dall’Associazione romana TestaccioLab e patrocinata dal Comune di Scilla, continua l’impegno del Consorzio Cerere che ha, da oltre un decennio, l’obiettivo di valorizzare il mitico castello con iniziative artistico - culturali e convegnistiche di sicuro spessore. In attesa di un reale recupero complessivo della struttura e di una destinazione d’uso stabile e coerente con l’importanza del sito, l’arte contemporanea appare la maniera più suggestiva e intrigante di attrarre il pubblico dei giovani e dei turisti che anche quest’anno in gran numero, seppure con una leggera flessione, hanno visitato il suggestivo maniero godendo della spettacolare vista che spazia dall’Etna a Capo Faro, alle Eolie e alla costa viola con Bagnara e Palmi sino al monte Sant’Elia. Da lunedì 8 fino al 21 settembre nelle sale espositive del castello Ruffo è visitabile, nelle ore pomeridiane, grazie alla collaborazione della Associazione culturale Ulysses, la mostra personale del maestro reggino Santo Spanti, un artista che idealmente e meritatamente si potrebbe collegare alla ampia schiera di personalità di diversa ispirazione, in questi giorni allestita a Villa Zerbi con il titolo “ReggioArt”, dalla Amministrazione civica reggina. Il legame di questo prestigioso e generoso artista con la sua terra si rinsalda, per una casuale quanto felice occasione, a Scilla, in un sito così strettamente legato alle mitiche origini della nostra terra e fonte per lui di costante ispirazione. Già docente presso il Liceo Artistico di Cosenza e di Savona, Spanti attualmente vive e lavora tra Parigi e Reggio Calabria. L’Artista, ormai affermato in Italia e oltre frontiera, ha ottenuto sin dal suo esordio significativi riconoscimenti ed ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche nazionali ed internazionali, tra cui segnaliamo: Palazzo Ducale, Genova, 2005; Carrouselle du Louvre, Paris, 2004; Salone d’Automne, Paris, 2002; Salone de Viroflay, 2001; Espace Effeil – Branly Paris, 1998; Folli e Maledetti, Museo Civico d’Arte Moderna di Albissola Mare, 1997; Vasi e Piatti d’Artista, Museo M. Trucco, Albissola Capo, 1994; Biennale di Ceramica d’Arte, Savona, Fortezza del Piamar, 1992; Arte sui Muri, Galleria d’Arte Permanente di Genova, 1991; Grand Palais de Paris, Salon des Indépendants, 1991 ; Galleria d’Arte Il Triangolo, Cosenza, 1976. La chiave di lettura che meglio consente di accostarsi ai dipinti di Spanti –come recita il pieghevole della mostra - è poetica. La poetica del ritorno/nostos, archetipo fondante della cultura greca che racchiude in se la ricchezza dei contenuti della scoperta, la forza delle radici, della identità non confondibile. Un “segno” può essere seguito e percorso per essere tangibile il legame tra il viaggio e il ritorno, per comprendere l’approdo a Scilla, che, per Spanti, appare ineluttabile. E quel segno è la luce. Straordinaria, intensa luce mediterranea che domina tutta la sua produzione artistica, trascendentale nella sua immensa forza di fissarsi per sempre, e con la resistenza di un marchio indelebile, chi dentro in essa è nato e cresciuto. Luce metafisica, nella sua capacità di trasfigurare ed illuminare ancor oggi, pur dopo secoli di devastazioni fisiche e morali, il senso di armonia e di bellezza che qui, nel cuore del Mediterraneo l’umanità ha elaborato, codificato e trasmesso ai posteri. Il senso dell’approdo a Scilla si colloca nella continuità di questo segno dominante che attraversa il lungo viaggio pittorico di Spanti, ricco di avventure. Le singole opere esposte vanno guardate come frammenti, folgorazioni di una luce che ha rappresentato e rappresenta la rotta già tracciata al momento della partenza. Marisa Cagliostro Consorzio Cerere

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