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La“casetta grecanica”, il progetto del Ce.Re,Re. premiato a Venezia

Il progetto promosso alcuni anni addietro dal Cerere (Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi) con fondi europei, per la realizzazione di un cantiere di restauro a Bova che costituisse un prototipo delle corrette modalità di recupero del tessuto storico dell’area grecanica è stato premiato a Venezia nell’ambito di un concorso promosso dal Ministero per i Beni culturali alcune Soprintendenze regionali e le associazioni pro loco. Il progetto, redatto dagli architetti Marfia e Ceradini, ha consentito di individuare tecniche, materiali e funzioni adeguate al recupero delle tipologie insediative dell’antica area che comprende vari comuni nei quali persiste ancora l’uso della lingua grecanica. Le conoscenze scientifiche sono state raccolte all’interno di un volume dei Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico dell’Università di Reggio Calabria dal titolo “Area Grecanica. Codice di Pratica per la sicurezza e la conservazione degli insediamenti storici”, con l’obiettivo di diffondere sul territorio una cultura della conservazione per la valorizzazione dei centri storici. Alla realizzazione della “casetta”, in comodato d’uso al Cerere e oggi adibita ad ospitare manifestazioni temporanee promosse dall’Amministrazione locale, è seguito un progetto denominato ISMIA (Insieme), coordinato sempre dal Cerere, per la creazione di una rete di luoghi storici recuperati e destinati alla cultura nei centri appartenenti all’area: Bova, Bova Marina, Condofuri, Roccaforte, Roghudi, S. Lorenzo e Palizzi. Oggi gli interventi a favore di una migliore progettualità conservativa e rivitalizzante di queste aree hanno trovato ulteriore evoluzione nella realizzazione del Laboratorio SIDI (Sistema di diagnosi e Intervento per il restauro del patrimonio architettonico) per la individuazione di una malta storica sperimentata per il recupero di una unità abitativa nell’antico borgo abbandonato di Pentadattilo. L’idea è stata quella di testare un processo d’intervento specifico per il territorio calabrese, che prevede un livello d’identificazione del bene architettonico (valutazione del patrimonio storico-architettonico), di analisi, intervento e restauro con l’utilizzo di materiali specifici legati alle tecniche costruttive locali, fino a definire la pianificazione economica sulla gestione del bene. L’attività del Cerere, unica del genere nell’intera regione, in questi anni coordinata dalla prof.ssa Rosa Maria Cagliostro, trova utile applicazione nella consulenza agli enti locali e ai privati per la presentazione di progetti di recupero e rivitalizzazione dei centri storici integrando le capacità tecniche degli uffici comunali con l’esperienza e gli esiti della ricerca innovativa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Per l’utilizzazione dei fondi POR 2007-2013 sui centri storici il Cerere ha dato di recente la propria collaborazione ai progetti “Sistema di relazioni tra centralità urbane e identità culturali – Arché” per il Comune di Crotone e “Luoghi per l’arte e la cultura”, per una rete di 17 comuni del crotonese con capofila S.Severina. (Luigi Zumbo)

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