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L'esperienza perugina del Coro di Ateneo

Alla fine di un percorso, di un’esperienza, di un viaggio, è quasi necessario ripensarci spesso, rivivendo i momenti che lo hanno contraddistinto, le sensazioni in esso provate, tirandone le fila. Quando il cammino è poi condiviso con altri, tutto ciò si amplifica, si contamina: i ricordi, i momenti vissuti dal singolo diventano patrimonio dell’intera comunità che pertanto, come in un sol corpo, inevitabilmente tende a rivivere, continuamente, il passato nel presente: e ciò avviene specificamente perché quando si condivide qualcosa, si crea un legame che prosegue oltre il mero momento contingente.

Raccontare quest’ultima missione perugina, durata ben quattro giorni, per il Coro dell’Università Mediterranea è un po’ anche questo. La trasferta nel capoluogo umbro, non si può non definire come un inossidabile punto di svolta per la nostra realtà corale: e ciò sia per circostanze già accennate, fondamentalmente legate al percorso della vita di ognuno di noi coristi: arricchimento personale, gioia nel vivere insieme dei momenti di convivialità, sia perché essa è stata l’ultimo atto, per rifarci al repertorio operistico a lui tanto caro, del percorso come Magnifico Rettore del prof. Pasquale Catanoso. Ed è questa una circostanza da cui non possiamo prescindere, raccontando cosa sia stato per noi questa quattro giorni, ricordandone e sottolineando solamente come con il suo operato e la sua sagace caparbia, ha dato corpo a questa realtà che opera nel nostro ateneo dall’ottobre 2013: è stato lui ad accompagnarci, guidarci e sostenerci per tutti questi anni di attività. Ed è stato sempre lui, come membro e portavoce della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), quale delegato alle attività culturali a tirare le fila e le somme di questa manifestazione organizzata dall’Università degli Studi di Perugia, aprendo e concludendo i lavori del simposio stesso. Il professore Catanoso, ha difatti concluso il ciclo di conferenze con parole che noi non possiamo che sposare, e raccontare con entusiasmo: in particolare, nella sua analisi conclusiva delle realtà corali e orchestrali universitarie d’Italia, li ha definiti come una panoplia: infatti essi raccolgono eterogenei e talora discordanti “obiettivi ed intenzioni di singoli”, e li indirizzano ad un bene superiore e comune, così come la “mano invisibile smithiana”. Un coro universitario, ha continuato il nostro Rettore, ha infatti un duplice intento: in primis rientra pienamente nella cosiddetta “terza missione”, essendo possente latore di nuova linfa culturale, ed é inoltre momento di gioia, di condivisione, di convivialità, occasione per togliere quella “patina di sobrietà” che tanti vorrebbero calare sul mondo accademico. Ancora, il nostro Magnifico Rettore ha infatti saggiamente riportato le origini dell'università ai medievali clerici vagantes. Un riferimento, che sfolgora di una luce ancora più intensa se pensiamo che tutti i cori universitari cantano ad una sola voce, ed in ogni parte del mondo, come loro inno il “Gaudeamus igitur”, che ha risuonato anche all’inizio di questo simposio perugino -cantato proprio dal coro ospitante- e che proprio dai clerici vagantes veniva sovente cantato: quei richiami di alto valore letterario, culturale ed umano all’ubi sunt, ad un gioioso carpe diem, di cui è esso intessuto, dovrebbero ancor più convalidare e dimostrare la validità e la necessità di sostenere sempre con forza simili iniziative.

Quattro giorni, dunque, di musica, di canto, di divertimento. Ma soprattutto quattro giorni dove si sono intrecciati incontri, nuove esperienze e scoperte: culturali, musicali, accademiche e, lo ribadiamo di nuovo personali. Andando dunque al cuore dell’esperienza, il nostro Coro è stato protagonista, dall’8 all’11 novembre scorsi, assieme ad altre 14 formazioni corali (per intenderci, circa 400 partecipanti!), del Secondo Simposio internazionale “I cori universitari e le orchestre universitarie”, nella suggestiva cornice della città di Perugia, che ha offerto i suoi luoghi, la sua storia ed il suo meraviglioso entusiasmo.

Il Coro del nostro Ateneo ha pertanto dato prova della sua preparazione in un concerto tenutosi presso l'Abbazia di San Pietro in Perugia, insieme al Coro dell’Università di Pisa, di Lubiana (Slovenia), di Perugia e di Vac (Ungheria), con un repertorio di musica sacra che andava dal quattrocentesco Josquin De Prez al romantico Joseph G. Rheinberger, spaziando pertanto attraverso stili ed epoche diverse, grazie, giova sempre ricordarlo, alla impeccabile preparazione fornita dal maestro Carmen Cantarella, che sin dalla nascita del nostro coro ne ha in tal senso, magistralmente, retto le sorti.

Quindici cori, di cui due stranieri, tre giorni di relazioni, di studio sul fenomeno dei cori universitari e di approfondimento sulle dinamiche sociali ad esse inerenti, alla luce del “valore Musica” e del suo contributo positivo a livello pedagogico e formativo all’interno delle formazioni universitarie hanno poi connotato questa encomiabile convention. Ma anche divertimento, socializzazione e agape: grazie anche ai workshop che hanno trasportato tutti e 400 i partecipanti nel suggestivo mondo del jazz, nel favoloso musical Jesus Christ Superstar (dove il nostro corista Angelo Parisi ha anche dato prova delle sue doti di performer impersonando Simon Zelotes) e nello stupefacente “Circleland” portato in scena da Halbert Hera: un’esperienza da provare assolutamente!!! Il simposio si è concluso con il più classico dei repertori: il monumentale requiem di Verdi cui ha partecipato il nostro coro, nella storica cornice della cattedrale di San Lorenzo, ovvero il duomo perugino.

Un'altra esperienza vissuta, un'altra tappa di crescita ed aggregazione che ha permesso all'università mediterranea di essere nuovamente sotto i riflettori per l'apporto culturale nel panorama accademico italiano ed internazionale.

Gianluca Corrado

Lucia A.Vartolo

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